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Il Governo israeliano ha recentemente votato all’unanimità la sfiducia nei confronti della procuratrice generale, Gali Baharav-Miara, avviando così il processo formale di licenziamento. La decisione è stata resa nota dai media locali, precisando che il primo ministro Benjamin Netanyahu non era presente durante il dibattito e la votazione a causa di un accordo sul conflitto di interessi che gli impedisce di influenzare il processo penale a suo carico in corso.
La Procuratrice in questione è responsabile del coordinamento dell’apparato di polizia del Paese e sovrintende personalmente al processo legale che coinvolge il premier israeliano. Il prossimo passo sarà che la Procuratrice partecipi a un’udienza o a una serie di udienze davanti a un comitato consultivo presieduto dall’ex giudice capo della Corte Suprema Asher Grunis. Solo dopo le conclusioni di questo comitato consultivo il governo potrà ufficialmente procedere con il licenziamento. Tuttavia, è importante sottolineare che il processo potrebbe richiedere diversi mesi per essere completato.
Si tratta di una decisione di grande rilevanza politica e istituzionale per Israele, che potrebbe avere ripercussioni importanti sul sistema giudiziario e sull’equilibrio di potere all’interno del Paese. Resta da vedere come si evolveranno gli eventi e quale sarà l’esito finale di questa controversa vicenda. La situazione sarà monitorata con attenzione dai mezzi di informazione e dagli osservatori politici nazionali e internazionali.
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