Il Nobel per la Letteratura 2025 va all'ungherese László Krasznahorkai, scrittore e sceneggiatore, autore dei romanzi Satantango , da cui fu tratto l'omonimo film di Béla Tarr della durata di 7 ore e 30, e Melancolia della resistenza. Questa la decisione annunciata a Stoccolma dall'Accademia di Svezia. Il riconoscimento arriva «per la sua opera avvincente e visionaria che, in un contesto di terrore apocalittico, riafferma il potere dell'arte», ha dichiarato Mats Malm, segretario permanente dell'Accademia Svedese.
Nato a Gyula il 5 gennaio 1954, Krasznahorka ha studiato giurisprudenza a Szeged e lingua e letteratura ungherese a Budapest. Agli inizi della carriera ha lavorato per alcuni anni come giornalista fino al 1984, quando si è dedicato completamente alla narrativa. La sua scrittura è caratterizzata da frasi lunghissime, prive di punteggiatura tradizionale, costruite in modo ipnotico e ossessivo, che restituiscono una narrazione continuamente in bilico tra razionalità e delirio. Il suo stile è stato paragonato a un «flusso di lava narrativa», secondo la definizione del poeta George Szirtes, suo traduttore inglese.
La narrativa dell'autore, pubblicato in Italia da Bompiani, si muove lungo coordinate che ruotano attorno alla stasi, all'attesa e all'impossibilità di riscatto. Satantango (1985), romanzo d'esordio, ambientato in un villaggio ungherese abbandonato e cadente, introduce molti dei suoi temi fondanti: l'illusione della salvezza, la manipolazione, la circolarità dell'azione. I personaggi aspettano un ritorno, quello di Irimiás e Petrina, figure ambigue che incarnano la speranza di un cambiamento ma si rivelano, se non apertamente malvagie, comunque ingannevoli. Lo scrittore ha adattato per l'omonimo film diretto nel 1994 dal regista ungherese Béla Tarr. La collaborazione tra lo scrittore e il regista ha portato ad altri quattro adattamenti cinematografici dei romanzi di Krasznahorkai, nonché a quello che Tarr ha dichiarato essere il suo ultimo film, Il cavallo di Torino (2011).
Melancolia della resistenza (1989) ruota attorno all'arrivo di un circo con una balena in un paese di provincia: l'evento, solo apparentemente neutro, scatena un'ondata di isteria collettiva, preludio a un disfacimento più profondo. Come Satantango mette in scena comunità marginali, in bilico tra disgregazione sociale e collasso simbolico, in cui la salvezza è attesa ma mai realmente concepita come possibile. Nei testi successivi – Guerra e guerra (1999), Il ritorno del barone Wenckheim (2016), Avanti va il mondo (2024) – l'impianto si amplia, mantenendo però intatta la tensione tra disincanto radicale e tensione metafisica.
