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Cercas, così sono caduti i miei pregiudizi sulla Chiesa cattolica
La Chiesa Cattolica raccontata da un laico, anzi, come lui stesso si definì un ateo anticlericale. E' l'impresa in cui si è cimentato, magistralmente, Javier Cercas uno degli scrittori contemporanei più apprezzati,†il più importante scrittore civile d'Europa†lo ha definito Aldo Cazzullo. Nel 2023 Cercas è stato chiamato dal Vaticano per seguire e raccontare il viaggio di Papa Francesco in Mongolia, senza filtri, senza restrizioni. Il frutto di quell'esperienza è diventato poi il fortunato e bellissimo libro “ Il Folle di Dio alla fine del mondoâ€( Guanda) in cui Cercas sfata i luoghi comuni sulla Chiesa e sul Papa e va al cuore del credo cattolico, la Resurrezione. Abbiamo incontrato Javier a Verona in occasione della rassegna Poeti sociali
Javier hai più volte detto che quando hai accettato la richiesta del Vaticano di andare al seguito di Papa Francesco in Mongolia hai dovuto innanzitutto liberarti dai pregiudizi. Quali erano i tuoi pregiudizi sulla Chiesa e quali sono quelli caduti?
Tutto il mondo è pieno di pregiudizi sulla Chiesa cattolica, sul cristianismo e sul Vaticano. Tutto il mondo, non soltanto io avevo dei pregiudizi. Pregiudizi contro, ma anche in favore. Tutto il mondo crede di sapere tutto sulla Chiesa cattolica, soprattutto nei nostri paesi di fortissima tradizione cattolica come la Spagna e l'Italia. Allora io avevo tantissimi pregiudizi. Quanti sono caduti? Tutti, praticamente tutti.
Fammi qualche esempio?
Per esempio ho visto una Chiesa anticlericale. Papa Francesco era anticlericale in un senso molto serio, nel senso che lui pensava che il clericalismo fosse il cancro della Chiesa, fosse la cosa peggiore della Chiesa. Il clericalismo vuol dire l'idea che il prete è al di sopra dei fedeli. Quest'idea è catastrofica diceva Francesco. Il prete fa parte dei fedeli. Il prete deve essere, diceva lui con un'immagine molto letteraria, dinanzi al gregge per indicare la direzione, dentro il gregge con i fedeli, perché fa parte di questi fedeli, e dietro per aiutare quelli che non possono continuare. Mai al di sopra. Dal clericalismo vengono tantissime cose cattive per la Chiesa, per esempio gli abusi sessuali che sono abuso di potere. Ma posso parlare di tantissimi altri pregiudizi. Per esempio il senso dell'umorismo. C'è una frase di Cioran, il filosofo rumeno, che è una sorta di leitmotiv nel libro . Lui dice, “tutta la religione è una crociata contro il senso dell'umorismoâ€. Il senso dell'umorismo è la cosa più seria del mondo , l'ironia è una forma di conoscenza. Questa assenza di umorismo, di ironia, è stata una delle cose che mi ha fatto abbandonare , credo, la Chiesa, il cristianesimo. Per un romanziere infatti l'ironia e il senso dell'umorismo sono fondamentali . Dicevamo del pregiudizio. Cosa ho trovato nella Chiesa, nel Vaticano, un Papa, Francesco, che rivendicava il senso dell'umorismo .Forse la frase più bella che Francesco ha detto è quella che ha detto ad un amico, un personaggio del mio libro, un vaticanista di cui era molto amico. Un giorno gli ha detto “la cosa più vicina, più prossima alla grazia divina è il senso dell'umorismoâ€. Lui pensava in spagnolo. In spagnolo una persona graziosa è una persona che fa ridere. Una cosa graziosa è una cosa che fa ridere. Questo è meraviglioso perché anche se non sei credente tu senti che quando ridi hai un'intelligenza delle cose. Ecco questi sono due esempi di grandi pregiudizi sulla Chiesa , il clericalismo e la mancanza del senso di umorismo. Tutti i pregiudizi che io avevo prima di andare in Mongolia sono andati via
Tu metti in evidenza la visione missionaria che aveva Papa Francesco della Chiesa, ed è una visione che troviamo anche in Papa Leone, perché lui stesso è stato un missionario. Credi che sia questa la strada per la Chiesa oggi, questa missionarietà ?
Secondo me è evidente. Papa Francesco parlava di una Chiesa missionaria, cioè una Chiesa in uscita, diceva lui. Questa Chiesa missionaria è una Chiesa che ritorna al cristianesimo di Cristo. Ancora una volta bisogna abbandonare i pregiudizi. Cristo era un rivoluzionario, diceva tutti gli uomini e donne sono uguali in un mondo in cui la schiavitù era ovunque. Anche oggi è pericolosissimo dire questo, è rivoluzionario. I suoi compagni erano persone poverissime, gente che non aveva niente. E' stato crocifisso perché era un uomo pericoloso . Il grande scrittore francese Charles Peguy diceva che†la cosa più lontana dal cristianesimo è lo spirito borgheseâ€. Oggi, dopo il Vaticano II, la grande rivoluzione che vuole fare la Chiesa e la grande rivoluzione che voleva fare Francesco e che non ha potuto fare, perché non è una rivoluzione per un Papa, è una rivoluzione per 50 Papi, è ritornare a questo cristianesimo di Cristo, che oggi incarnano i missionari. Questo non vuol dire che per essere cristiano si debba andare in Mongolia, ma che un vero cristiano deve avere uno spirito missionario. Il futuro della Chiesa è ritornare al cristianesimo delle origini
Tu dici che oggi la Chiesa ha un problema di linguaggio?
Si credo che la Chiesa abbia un problema linguistico e credo che Francesco fosse molto cosciente di questo problema. Da una parte la lingua della Chiesa a volte è ermetica, nessuno capisce alcune cose sostanziali. Per esempio la parola, forse la più importante del papato di Francesco, è una parola che nessuno capisce al di fuori della Chiesa, ma anche nella Chiesa, sinodalità . Ci sono tante parole che utilizza la Chiesa che sono ermetiche, che non si capiscono. Da una parte c'è questo, dall'altra parte il problema è che la lingua della Chiesa è vecchia, non è interessante, non è forte. L'ultimo libro che ha pubblicato Francesco si chiama Viva la Poesia. La poesia è la parola nel senso più forte, più vitale, più ricca. La Chiesa ha bisogno di questo. Ovviamente la Chiesa ha bisogno innanzitutto dell'esempio personale dei cristiani, di persone che mostrino una forma di vita attraente, straordinaria, anche eroica, ma questa rivoluzione linguistica è anche necessaria. La lingua della Chiesa deve essere capita e deve essere attrattiva
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